Scrivo per far succedere qualcosa. Scrivo perché ho voglia di riscatto.
Non devo dimostrare niente a nessuno, se non a me stesso.
Scrivere mi serve.
Per cancellare tutto quello che non è andato bene.
Per sorridere delle delusioni e di tutto ciò che è andato storto.
Scrivo per quelli che non hanno ancora imparato a vivere.
Per quelli come me.
La vita mi piace.
Ma non sono sicuro di saperla vivere come si dovrebbe.
Però ci provo.
Scrivere per me significa questo.
Provarci.
A diventare migliore.
A regalare sorrisi a donne che non sanno cos’è l’amore.
Perché uomini poco attenti le hanno ferite e sono passati sopra il loro affetto, senza pensarci due volte.
Scrivo perché è possibile creare un’esistenza che abbia un senso.
Siamo noi a dover combattere, a reagire, a trasformare un giorno di pioggia in un giorno di luce.
Scrivo per uccidere le mancanze.
Per fare amicizia con i miei fantasmi.
Per riportare in vita una parte importante di me.
Scrivo per viaggiare.
Ogni stazione mi riporta a ciò che veramente sono.
Libero.
Libero di cercare la felicità.
Scrivo perché sono negato con il disegno.
Ma sono bravissimo a disegnare parole.
Che piacciano o no, io le disegno con passione.
E ogni volta che parlo di lei, dei suoi capelli e della sua bocca, a me sembra di disegnare sul foglio che mi hanno dato da bambino.
Prato, cielo e casa.
Colori armonici e una sensazione di contentezza.
“Voglio andare a giocare.”
“Prima devi finire i compiti.”
“Solo mezz’ora, ti prego.”
Da piccolo avrei voluto scrivere qualche pagina in più.
Non capita spesso di corrispondere a quello che vorremmo essere.
“Ti va di andare al cinema stasera?”
“Va bene, passo da te alle otto.”
Un film.
Una storia che inizia.
Come l’amore in un dipinto.
– Luigi Costantino