Ho iniziato a scrivere “La felicità delle strade difficili” perché avevo una grande voglia di raccontarmi. Avevo voglia di analizzare il mio percorso sia per portarlo a conoscenza dei miei lettori, sia per capire meglio tutte le scelte fatte nella mia vita. Questo libro mi ha fatto ridere e piangere allo stesso tempo. La scrittura ti fa rivivere tutto come se fosse la prima volta. Mi è sembrato di ritrovare mio padre, di sentirlo più vicino. Ho riprovato la dolcezza e l’amore di certi antichi momenti. E ho riso ancora una volta di gusto per alcune scene assurde che appartengono al passato. È proprio vero. La realtà a volte supera l’immaginazione. E tra le pagine, questa verità sale in superficie, perché anche quando racconto fatti realmente accaduti, a me viene da pensare che il lettore creda si tratti di pura fantasia. Lo ripeto: la realtà sa essere davvero assurda. Per il resto mi sono divertito a far comparire, tra le righe, le mie bellissime nipotine. E ho raccontato, tra le altre cose, le vicende di una ragazza fragile che non ha ancora avuto occasione di mostrare al mondo le sue mille qualità. Non vi svelo altro, tanto la storia potete intuirla leggendo la quarta di copertina. Queste parole servono solo a darvi qualche elemento in più. È giusto far conoscere al lettore le intenzioni più profonde, senza limitarsi a mostrare una “semplice” trama. Alcuni mi hanno fatto la domanda: “Perché dovrei leggere questo libro?”. Io ho risposto: “Perché non ho badato ai rischi. Perché mi sono messo a nudo, forse più del solito, forse più di quanto io faccia quando scrivo poesie.”
Luigi Costantino